La professione dell’odontoiatra e le richieste dei pazienti, che mal accettano soluzioni riabilitative
di tipo removibile, mettono sempre di più i professionisti di fronte a casi in implanto-protesi complessi e dalla prognosi incerta.

L’utilizzo di impianti corti, inclinati o di riabilitazioni full-arch su alcuni impianti permettono spesso di evitare piani di cura lunghi e chirurgie difficili, ma altrettanto spesso l’unica alternativa possibile allo scheletrato rimane ricostruire i tessuti duri e molli persi.

Bisogna riconoscere che le grosse ricostruzioni ossee sono tra gli interventi più difficili e più a rischio di insuccesso tra quelli di pertinenza del chirurgo orale, e, a dispetto di quanto mostrato in vari corsi e congressi, la percentuale di fallimento degli stessi sembra essere molto alta arrivando sui grandi numeri pari al 30 – 50%, anche nelle mani di chirurghi molto esperti.

Tuttavia, l’introduzione di nuove tecniche chirurgiche e la migliore comprensione dei processi biologici che guidano la guarigione e lo sviluppo di materiali altamente performanti offrono la possibilità di semplificare enormemente l’atto operatorio e di ridurre drasticamente i rischi di fallimento.