“Un giorno senza sorriso è un giorno perso”
(Charlie Chaplin)

Il sorriso, di per sé, è una forma di comunicazione non verbale attraverso la quale esprimiamo il nostro benessere, il piacere di stare con la persona che abbiamo davanti.

Secondo diversi ed approfonditi studi, la comunicazione non verbale ha un ruolo fondamentale: se solo le parole riescono a trasmettere un 7% del messaggio, tutto il resto è legato alle nostre espressioni, allo sguardo, al tono della voce e ai gesti, incluso il sorriso.

Quest’ultimo ha un significato molto importante anche se sembra essere un gesto apparentemente semplice. Il sorriso è il nostro biglietto da visita, è un elemento sia estetico, sia di natura sociale, perché rafforza i legami e dona una sensazione di benessere sia a noi che agli altri.

“Chi ride vive più a lungo”.

È proprio vero: a dimostrarlo sono state ben due università: la Wayne University negli Stati Uniti e l’Università di Trondheim (Istituto norvegese di scienza e tecnologia). Hanno analizzato ben 55.556 soggetti per 15 anni. Ne è risultato che coloro che sono in grado di cogliere il lato allegro delle cose, non solo stanno meglio in quel preciso momento, ma anche vivranno più a lungo. Ridere rallenta davvero i processi di invecchiamento e aiuta a vivere meglio.

BENEFICI DEL SORRISO

Esiste un’ampia letteratura sulla “terapia del sorriso”. Il sorriso spontaneo, incorporato in una frase, in una domanda, in un saluto, tutti piccoli gesti quotidiani, espande, con un effetto virale, un senso di serenità, di tranquillità, e dunque di benessere.

Sorridere e far sorridere, attiva risposte neurologiche molto potenti e funziona da antidepressivo e antidolorifico, stimolando persino il sistema immunitario. Genera un rilassamento muscolare.

Quando la mattina entriamo in un bar e sorridiamo al cameriere che ci prepara il caffè, all’edicolante che ci allunga i giornali, altro non facciamo che distribuire benessere ed energia.

Il rabbino e teologo tedesco Samson Raphael Hirsch, diceva una cosa tanto semplice quanto essenziale: «Un sorriso non costa nulla, ma dà tanto». E allora perché non lo regaliamo con generosità?
COME RICONOSCERE UN SORRISO FALSO?

Anche il sorriso, con la sua potenza, può essere un veicolo di ipocrisia e falsità. 

Come possiamo distinguere un sorriso vero da uno falso? Richard Wiseman, psicologo dell’università di Hertfordshire, in Gran Bretagna, ha fatto molti studi, anche sul campo, per individuare i connotati del falso sorriso. Si è conquistato così il soprannome di “detective del sorriso“. La sua conclusione è semplice: nel sorriso autentico si contraggono più muscoli facciali e ciò lo si vede nelle rughe che si formano attorno agli occhi di chi sorride. I sorrisi falsi non contraggono così tanti muscoli.

E’ IMPORTANTE PER LA NOSTRA AUTOSTIMA?

Sorridere aumenta l’autostima, ci fa sentire più sicuri di noi stessi, influenzando il modo in cui ci rapportiamo con gli altri. Essere consapevoli di poter sorridere senza imbarazzo, come fanno i bambini che sorridono alla vita e sono felici, e mostrare a tutti la bellezza del sorriso è un buon punto di partenza per il raggiungimento di piccoli e grandi traguardi di ogni giorno.

Diversi studi da parte di psicologi, hanno dimostrato come già dal primo incontro si classifica e si giudica una persona dal suo aspetto fisico. Per primo si guarda il viso, poi si passa al taglio di capelli e successivamente il resto del corpo.  La faccia è la prima cosa che guardiamo in una persona, e, quando iniziamo una conversazione ravvicinata o quando ci scambiamo un semplice sorriso, guardiamo i denti.

I denti non perfettamente allineati possono frenarci dal mostrare il nostro sorriso davanti a persone sconosciute o con cui non siamo in totale confidenza. Denti storti e irregolari comportano complessi e insicurezza. Trattenersi dal sorridere con naturalezza per paura di mostrare i denti, provoca a livello nervoso un’indecisione e ci scoraggia.

Se non credi in te stesso, è molto difficile avere un buon livello di benessere psico fisico. Ecco perché non dovremmo mai dimenticare di prenderci cura del nostro aspetto esteriore.

Lo psicologo José Elías sostiene che ridere rafforza il cuore, perché quando ridiamo muoviamo 420 muscoli del nostro corpo, tra cui appunto il cuore. Quindi imparare a ridere aiuta anche a vivere la vita in modo migliore.

Fonte: studioferman.it ; nonsprecare.it

L’odontoiatria estetica è una branca dell’odontoiatria che ha l’obiettivo di migliorare l’estetica del sorriso e la funzionalità dei denti. Spesso, però, si occupa anche di trattamenti riparatori, come gli intarsi in ceramica utili a curare le carie e sostituire le otturazioni difettose.

Grazie alle moderne tecnologie e ai materiali all’avanguardia, i professionisti dell’odontoiatria estetica riescono a rendere naturali i denti macchiati, storti, cariati o scheggiati.

Secondo l’American Academy of Cosmetic Dentistry l’odontoiatria estetica dovrebbe andare di pari passo con la salvaguardia della salute orale e del benessere generale.

ESTETICA VS COSMETICA

Una distinzione, più accademica che clinica, tra estetica e cosmetica in odontoiatria può essere fatta intendendo:

  • odontoiatria cosmetica quella parte di terapie che hanno come unico obiettivo, il miglioramento dell’aspetto di uno o più elementi dentali, dei tessuti orali e/o periorali;
  • per odontoiatria estetica invece si può intendere lo studio e la realizzazione di restauri dentali che, pur resi necessari da problemi dentali come fratture, carie o mancanza di denti, ripristinino o migliorino l’aspetto estetico.

A voler quindi essere rigorosi, il concetto di odontoiatria estetica pertiene tutte le terapie protesiche, considerando che l’obiettivo dovrebbe sempre essere l’ottenimento, oltre che di una funzione e di una biologia ottimali, anche di un aspetto gradevole.

Spesso in uno stesso paziente la cosmetica e l’estetica si sovrappongono, e la distinzione tra le due discipline diventa filosofica. Si parla di odontoiatria cosmetica negli sbiancamenti di denti pigmentati, o nell’applicazione di “piercing” dentali, o nelle plastiche additive o sottrattive di elementi malformati. Quando però la plastica dentale ripristina anche la funzione (per esempio ricostruendo una guida canina o incisale) la stessa terapia può essere inscritta nel perimetro dell’odontoiatria estetica.

Sebbene quando si sente parlare di estetica si pensa a qualcosa di “superfluo”, il suo ruolo ha ottenuto sempre più peso anche in ambito odontoiatrico.

Sentirsi a proprio agio nel proprio corpo ci dà una maggiore sicurezza e serenità. Essere sicuri di se stessi può davvero cambiare come ci mostriamo agli altri e come gli altri percepiscono noi. Ecco perché investire su sé stessi anche in ambito estetico può davvero fare la differenza!