Cos’è l’inciviltà?

L’inciviltà racchiude in sé tanti tipi di comportamento, dal deridere o sminuire qualcuno, al fare battute offensive, al messaggiare durante le riunioni. Ma l’inciviltà non è uguale per tutti: il messaggiare mentre qualcuno vi sta parlando, per esempio, alcuni di noi lo trovano scortese, altri pensano sia assolutamente normale. Ed è questo uno dei motivi per il quale essa ha un effetto così devastante sulle persone, sui lavoratori e sulle aziende: chi è incivile a volte non si rende conto di esserlo.

La Dott.ssa Christine Porath, professoressa di ruolo presso la McDonough School of Business della Georgetown University, dopo un’esperienza di grande inciviltà nel suo primo luogo di lavoro, si è licenziata ed è tornata a scuola per studiare gli effetti della maleducazione sulle persone e sulla performance aziendale.
Lì ha conosciuto Christine Pearson , professoressa di Leadership globale presso la Thunderbird School of Global Management. Entrambe condividevano una teoria fondamentale, secondo cui piccole azioni sgarbate possono portare a problemi molto più grandi, ma soprattutto che la maleducazione influenza la performance e il profitto.
LO STUDIO
Per provare la correttezza della loro teoria, hanno iniziato uno studio inviando un sondaggio agli alunni della business school che lavoravano in diverse organizzazioni e hanno chiesto di scrivere alcune frasi su un’esperienza in cui erano stati trattati in modo sgarbato, scortese o insensibile, e di rispondere alle domande su come avevano reagito.
Una persona ha parlato del suo capo che faceva insulti come: “Questo è un lavoro da asilo,” e un altro stracciò il lavoro di qualcuno di fronte all’intero team.
Ciò che hanno scoperto è illuminante!
La maleducazione rende le persone meno motivate:
- il 66% degli intervistati ha ridotto l’impegno a lavoro;
- l’80% ha perso tempo preoccupandosi per ciò che era successo;
- il 12% ha lasciato il lavoro.

La domanda che tutti ci stiamo ponendo è: “La gente lo riporta, ma come si può dimostrarlo?”
Per rispondere alla domanda, la Dott.ssa Porath e il Professor Amir Erez effettuando una serie di studi hanno comparato la performance lavorativa di coloro che avevano subito insulti a quelli che non ne hanno mai vissuti. E quello che hanno scoperto è che coloro che avevano subito atteggiamenti maleducati avevano un livello di performance lavorativa decisamente inferiore.
Si potrebbe dire che è un risultato normale, ma ecco che sorge una seconda domanda importante:
cosa succede se non si è tra quelli che vivono IL COMPORTAMENTO SCORRETTO, MA si assiste o si sente?
E’ stato eseguito un test in due aziende diverse, in cui cinque partecipanti assistevano a un atto di scortesia verso un collega. Quello che hanno scoperto è davvero interessante, perché anche la performance dei testimoni è diminuita e non solo marginalmente, ma in maniera molto significativa.
l’INCIVILTà RIPAGA?
Ma se l’inciviltà ha un prezzo così alto, perché se ne subisce ancora così tanta? La ragione numero uno sembra essere lo stress. Inoltre le persone sono scettiche e anche preoccupate di essere cortesi o di apparire tali. Credono infatti che essere cortesi non sia da leader.
Beh, pare che, alla lunga, questa credenza non sia poi così veritiera. Ci sono tantissimi studi a riguardo del Professor Morgan McCall e del Professor Michael Lombardo del Center for Creative Leadership. Hanno scoperto che la prima ragione del fallimento manageriale è uno stile prepotente, insensibile e irritante. Ci saranno sempre delle eccezioni che hanno successo nonostante la scortesia, tuttavia la maggior parte di queste persone compromette il proprio successo prima o poi.

I DATI LO CONFERMANO
Quindi cosa vogliono esattamente le persone dai loro leader? La Prof.ssa Porath ha raccolto dei dati da 20.000 impiegati in tutto il mondo e ha visto che la risposta era semplice e comune: il rispetto.
Essere trattati con rispetto era più importante del riconoscimento e della riconoscenza, di un feedback utile, persino di opportunità di apprendimento. Quelli che si sentivano rispettati erano più in salute, più concentrati, con più probabilità di rimanere nell’organizzazione e molto più coinvolti.

CONCLUSIONI
Quindi la cortesia ripaga? Ebbene sì. Si possono avere delle opinioni forti, essere in disaccordo, o dare un feedback negativo, l’importante è farlo sempre con rispetto. In questo modo i colleghi o i dipendenti vi vedono come un’importante e potente combinazione di due principali caratteristiche: cordialità e competenza. Ringraziare le persone, condividere il merito, ascoltare attentamente, fare domande umilmente, riconoscere gli altri e sorridere hanno un impatto inimmaginabile sui lavoratori e sul clima del posto di lavoro.
Se i dipendenti si sentiranno ascoltati, supportati e trattati con rispetto, la loro performance aumenterà, con conseguente aumento della performance complessiva aziendale.